UNIVERSIMONDI@ELFO
Ellisse, 2010, acciaio corten, cm 63 x 80 x 15
Courtesy Archivio Mauro StaccioliLuca Pozzi
The Grandfather Platform Carpet Elfo Puccini, 2018
dimensioni variabili
una produzione Meetmuseum e Teatro dell’Elfo
in collaborazione con All Around Art e Archivio Mauro Staccioli
La nuova esposizione di art@elfo, l’iniziativa curata da Flavio Arensi e Ferdinando Bruni, nata dalla collaborazione fra Meetmuseum e Teatro dell’Elfo, propone un’installazione di Luca Pozzi in cui è inserita la scultura di Mauro Staccioli, il grande scultore famoso dagli anni settanta per le sue “sculture-intervento”. La relazione fra i due autori indaga la relazione fra lo spazio fisico della scultura che diviene luogo e quello teorico che abbraccia le nuove tecnologie e l’astrofisica. Universimondi@elfo è concepito come uno spazio contemplativo e un catalizzatore d’informazione dove il pubblico è chiamato a partecipare a una situazione immersiva, per sperimentare il raccoglimento.
Attraverso un collage digitale serigrafato su moquette è materializzato un grande buco nero attorno al quale gravitano: l’asteroide interstellare Oumuamua, l’Euclid Spacecraft e il Planck cruising to L2 dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Qui è anche posizionata la scultura di Mauro Staccioli, come elemento di dialogo con la dimensione della sala e apertura tridimensionale dello spazio.
L’opera site specific di Luca Pozzi è anche il pretesto per omaggiare Mauro Staccioli, scomparso il primo gennaio del 2018, fra le figure carismatiche dell’arte italiana, che è stato senza dubbio uno dei migliori interpreti della scultura ambientale.
Luca Pozzi (1983) è artista visivo e mediatore culturale.
Ispirato dai mondi dell’arte, della fisica, della cosmologia multi-messaggera e dell’informatica, dopo la Laurea in Pittura e le specializzazioni in Computer Graphics e Sistemi, collabora con visionarie comunità scientifiche tra cui la Loop Quantum Gravity (PI), il Compact Muon Solenoid (CERN) e il Fermi Large Area Telescope (INFN, NASA). Studiando gravità quantistica, cosmologia e fisica delle particelle, la ricerca teorica è convertita in una serie di installazioni ibride caratterizzate da sculture magnetiche, oggetti in levitazione, disegni di luce e un uso performativo della fotografia basata su una strana sensazione di tempo congelato e multi-dimensionalità.
Il suo lavoro è stato esposto presso importanti musei e gallerie in Italia e all’estero e le sue opere sono parte di prestigiose collezioni pubbliche e private tra cui il Mart di Rovereto, il Mambo di Bologna, il MEF di Torino e L’Archive of Spatial Aesthetics and Praxis di New York. E’ conosciuto per la serie fotografica “Supersymmetric Partner”, che documenta i suoi salti di fronte alle pitture rinascimentali di Paolo Veronese e per l’utilizzo di tecnologie a levitazione elettromagnetica in opere dal sapore futuristico come “Schroedinger’s cat through Piero della Francesca influence” (Museo Marino Marini, 2010), “9 Churches 9 Columns” (Moscow Biennale, 2011) e “The Star Platform” (Marrakech Biennale, 2012). Nel 2013 mette a punto il dispositivo di disegno di luce da remoto “Oracle” (DLD, Haus der Kunst, Monaco), del 2015 é la mostra “The Messengers of Gravity” (MEF,Torino), mentre del 2017 il progetto “Blazing Quasi-Stellar Object” (CERN, Ginevra). Nello stesso anno partecipa a “Documenta 14” come parte del collettivo “Eternal Internet Brotherhood” (Kassel).
Mauro Staccioli (Volterra, 1937) dalla fine degli anni Sessanta elabora “sculture-intervento” che si pongono in profonda relazione con gli spazi – intesi nella loro concezione sia fisica che sociale – nei quali vengono collocate. L’artista sceglie fin da principio un linguaggio caratterizzato da forme essenziali, nel tempo sempre più giocate su apparenti squilibri e sul sovvertimento delle regole statiche, e dall’uso di materiali semplici come il cemento, il ferro e, successivamente, l’acciaio corten.
La mostra Sculture in città tenutasi a Volterra nel 1972 segna l’inizio di questo originale approccio che vede nell’interazione con l’ambiente urbano e/o naturale il movente principale della sua attività artistica. Il titolo della mostra tenutasi a Vigevano nel 1977 – Lettura di un ambiente – fissa il metodo. Partecipa alla Biennale di Venezia nelle edizioni del 1976 e del 1978, anno in cui realizza, con forte intento critico e provocatorio, il celebro Muro una parete di cemento di 8 metri che ostruiva il viale d’accesso al Padiglione Italia. Nel 1982 è chiamato a realizzare un’opera per l’apertura del parco di Villa Gori a Celle (PT), il primo parco italiano di sculture ambientali. Riconosciuto a livello internazionale, i suoi interventi si contano numerosi in Germania, Gran Bretagna, Israele, Stati Uniti, Francia, Belgio, Portogallo, Puerto Rico, Equador, Corea, Taiwan, Marocco. Tra i principali si ricordano il grande arco rovesciato al Parco Olimpico di Seul (1988), il celebre Equilibrio sospeso al Rond Point de l’Europe a Bruxelles (1998) e le sculture realizzate per la mostra Luoghi d’esperienza – Volterra 1972-2009 in parte ancora presenti sul territorio, la piramide sul 38º Parallelo, alta ben 30 metri, all’interno del parco “Fiumara d’Arte” in Sicilia, il grande anello davanti all’ingresso della GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Muore a Milano il 1 gennaio 2018.